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Traduzione a cura di Denis Gobbi


Punto di vista di Ryan Salisbury: laureando in informatica presso la ” George Mason University”

ryan-salisbury-1352134758Sono uno studente laureando in informatica presso la “George Mason University”, un membro del progetto “RepRap”  nonché avido ricercatore. Mantengo una rubrica di ricerca per il TZM ed un blog sull’economia naturale (lo studio dell’economia non monetaria dal punto di vista matematico/computazionale).

L’informatica contiene le attuali soluzioni relative ai nostri problemi economici

Molte persone dopo essersi documentate sul modello dell’economia basate sulle risorse (RBE = Resource Based Economy, economia basata sulle risorse) si chiedono come un tale sistema potrà mai essere possibile, al contrario invece altre persone sostengono possa essere attuabile già oggi con l’attuale tecnologia disponibile. Esiste già una scienza consolidata nella gestione efficiente delle risorse e dei processi decisionali. L’informatica può essere importante per la sapiente gestione delle risorse e delle decisioni riguardanti il loro uso. Gran parte del duro lavoro consistente nel comprendere e implementare un modello di RBE o più generalmente un modello di economia naturale è già stato considerato, testato e implementato da esperti informatici.

Per prima cosa, è necessario definire un “sistema economico”. Secondo la definizione classica data dall’economia esso consiste in un “grande set di relazioni tra attività produttive e di consumo che aiutano a determinare come distribuire un totale di risorse limitate”. Questa è una definizione piuttosto adeguata, che ha alcune sfumature categorizzabili nei cosiddetti settori produttivi. Esiste il settore primario che si occupa dell’estrazione delle materie prime, quello secondario invece lavora queste materie e le trasforma in prodotti finiti mentre il terzo si occupa di fornire servizi di contorno a questi beni, come per esempio il trasporto.

Ora esaminiamo la definizione di “kernel“. Esso è “il componente principale della maggior parte dei sistemi operativi”. Questa definizione non ci fornisce molte informazioni a proposito, dunque ci è utile scomporlo ulteriormente sulla base delle sue funzioni più specifiche. La funzione di livello più basso del kernel riguarda la gestione delle periferiche di input/output. Dopodiché  si occupa della gestione della memoria ovvero esso prende le informazioni I/O (input/output) e le immagazzina nella memoria per lavorarci successivamente. Decide anche il COME ripartire le risorse nella memoria, dove spesso ci si trova a dover fare i conti con specifiche limitate. In ultimo, gestisce i processi, ovvero l’esecuzione multipla di più processi, spesso in sistemi che possono eseguire solo una singola operazione alla volta.

Potrebbe non sembrare immediatamente ovvio, ma queste funzioni sono analoghe, se non identiche a quelle economiche. L’estrazione di input di base è uguale all’estrazione di materie prime, e lo stesso vale per gli altri due settori. La chiave di volta consiste nell’usare informazioni affidabili per permettere al sistema di adattarsi in conseguenza del nostro comportamento. L’informatica possiede le soluzioni a molti problemi economici di lunga data, richiedenti minimi cambiamenti per potercisi adattare. Nonostante gli immaginabili problemi, il “calcolo economico” è possibile con i computer.

L’elenco dei cambiamenti necessari è così chiaro che può essere qui esposto nella sua interezza. Come già detto, un computer prende gli input (materiali), ne immagazzina le informazioni importanti in memoria (li trasforma in prodotti), e li usa per far funzionare dei programmi (servizi). Così, per far funzionare il kernel di un computer con un sistema economico, i suoi input devono essere sostituiti con i materiali grezzi, la sua memoria deve essere costituita da prodotti, ed i suoi programmi risultare dei servizi economici.

Per prima cosa, è necessario un sistema per quantificare gli input di domanda e offerta in ingresso. Per quanto riguarda il sistema d’offerta, questa può venire realizzata utilizzando un rigoroso inventario di tutte le risorse disponibili e della capacità produttiva energetica totale disponibile. Da questo inventario assieme a un sistema di gestione dei dati si possono tracciare differenzialmente i materiali di consumo finché non sono disponibili indagini più accurate. E’ essenziale che i valori di domanda e offerta restino separati. Questo perché cambiamenti nell’offerta non sono necessariamente legati a cambiamenti nella domanda. Il sistema dei prezzi attuale infatti tratta un incremento nell’offerta esattamente allo stesso modo di un decremento nella domanda quando invece il cambiamento di uno di loro separatamente ci comunica molto di più di quello che una variazione di prezzo può dirci. Non solo, non c’è nemmeno un accordo sul modo di comporre il prezzo tanto meno si conoscono quali informazioni vi vengono convogliate all’interno. Per contrasto invece, per dare un esempio,  non c’è ambiguità nella composizione e sul significato di un pacchetto TCP.

La seconda struttura richiesta consiste in una specie di sistema di gestione della memoria simile ad un sistema di caricamento/bilanciamento o a un sistema di gestione dell’inventario. Le differenti tipologie di risorse devono venire distinte l’una dall’altra per poterle gestire in maniera efficiente. Ancora il sistema di prezzi risulta troppo primitivo poiché esso può rilevare solo un cambio nella domanda o nell’offerta, senza trasportare ulteriori informazioni. Le informazioni necessarie devono essere tracciate in base ai loro valori assoluti, questo permette di far si ai tassi di variazione che ne risultano di poter prevedere cambiamenti nello stato di abbondanza di una risorsa, ciò ci consente inoltre di poter prevedere approssimativamente quando una specifica di queste risorse verrà esaurita.

Un’interfaccia che contenga i dati e controlli i collegamenti con i processi industriali è la terza struttura necessaria in ordine di rilevanza. Nell’attuale modello queste “interfacce” esistono, ma consistono in figure professionali all’interno di un’azienda che certamente non mettono a disposizione sicurezza e automazione durante ogni tentativo di interazione con essi. Efficienti risposte ai cambiamenti delle condizioni sociali richiedono un controllo computerizzato e non c’è ragione riguardo al fatto che delle persone debbano essere incaricate di questo. Ciò permetterebbe, per esempio, per la costruzione di un nuovo ponte di innescare automaticamente la produzione di tutti i bulloni, le travi, i cavi e le parti aggregate necessarie a costruirlo. Questo si traduce nell’inutilità di qualcuno che si sieda per chiamare una persona che invii delle informazioni ad un’altra persona che dica ad altre persone cosa fare in una fabbrica.

Riassumendo la lista, convertire il kernel di un’economia di mercato mondiale basata sull’essere umano in una basata sulla scienza richiede una breve lista di modifiche: tradurre un inventario fisico in dati, l’adattamento di esistenti tecniche informatiche di gestione delle risorse alle risorse fisiche disponibili e la creazione di un’interfaccia con gli stabilimenti produttivi. Tutto questo si prende cura del semplice I/O, della gestione della memoria nonché della conversione dei dati in output utili. L’unico strumento complicato da realizzare nella lista è il primo; richiederebbe un data-center di ultima generazione e un costante rilevamento e immissione di dati su larga scala, quest’ultima già ampiamente soddisfatta da esistenti sistemi di gestione della logistica che tracciano, per esempio, l’inventario dei prodotti di grandi catene di distribuzione o le catene di approvvigionamenti agli apparati militari, entrambi all’esterno del sistema dei prezzi. Il cambiamento finale può essere implementato gradualmente come standard tramite il già diffuso processo di sostituzione degli strumenti/attrezzature obsolete.

Esiste già una tipologia di software nata per gestire la logistica delle grandi Corporation, chiamata “Pianificazione delle risorse aziendali”. Esso consiste in un sistema informatico con strumenti automatici che si occupano dell’assistenza clienti, la programmazione della produzione e del collaudo, la gestione dei progetti, la contabilità e infine la gestione delle catene di approvvigionamento. Questo tipo di software possono costituire una solida base per un kernel economico. Con queste informazioni, emerge una lista di strutture economiche basate sulle risorse equivalenti rispetto a quelle esistenti in un’economia di mercato. Alcune di queste sono già state descritte dal Venus Project e dal Movimento Zeitgeist in passato, ma non tutte. Il più ovvio rimpiazzo è costituito da quello del sistema di I/O al posto del sistema dei prezzi sopra descritto.

E’ compito assai arduo trovare l’esatta definizione di qualsiasi cosa riguardi l’economia, perciò cercherò io stesso di trovare una definizione concisa del “sistema dei prezzi”. Un sistema dei prezzi è “un emergente, stocastico, schema di codifica irreversibile per i dati relativi alle risorse in base a domanda, offerta e altri fattori.” La definizione rende ovvia la funzione primaria, ovvero un passaggio di messaggi comunicanti dati economici all’interfaccia. Considerando il più grande e conosciuto problema del sistema dei prezzi, ovvero il paradosso del valore e l’ubiquità di fattori esterni negativi, sembra che questo sistema assolva alla sua funzione in maniera davvero inefficace. Un prezzo non può mai fornire dati assoluti, ma solamente relativi senza tener conto della presenza di diverse “teorie” concorrenti riguardo al significato reale di “prezzo”, nessuna delle quali comprovabile.

Il rimpiazzo per il sistema dei prezzi viene chiamato “Tracciamento Diretto delle Risorse” (Direct Resource Tracking – DRT). Si tratta di un sistema empirico, deterministico e chiaro (o perlomeno con codifica reversibile) per i dati relativi alle risorse. Sarebbe composto da un server “centrale” (in realtà un proxy invertito) cosicché tutti i dati siano in un unico luogo. Ciò rende i dati comprovabili permettendo anche un controllo da parte di qualsiasi entità che voglia verificare, in qualunque momento. Il suo determinismo assicura che resti una funzione facilmente calcolabile del kernel. In combinazione con un’interfaccia umana, potrebbe provvedere a fornire feedback a chiunque riguardo la sostenibilità della corrente attività economica come anche l’equità della distribuzione delle risorse.

Resource Based Economy

Resource Based Economy

La proprietà può essere definita come la relazione tra due entità ove una di queste mantiene l’esclusivo accesso e controllo sull’altra. Questo è uno dei problemi attuali della corrente soluzione economica e l’essenziale causa d’origine della privazione. E’ in qualche modo importante avere la reciproca esclusione sulle risorse, ma solo quando queste sono in uso. La mutua esclusione è stata usata di frequente nell’informatica, specialmente negli ultimi anni dove i processori multi-core devono condividere risorse comuni in un computer. Viene utilizzata per assicurare che due processi che operano sugli stessi dati non conducano ad uno stato di invalidità.  Tipicamente, la reciproca esclusione da una risorsa del computer viene realizzata tramite l’implementazione di semafori, ovvero semplici contatori che permettono solo ad un limitato numero di processi di accedere alla memoria in un certo periodo di tempo.

La sostituzione della proprietà, pertanto, è costituita dal semaforo. Una berlina per esempio potrebbe avere un semaforo dal valore massimo di 5. Un cellulare probabilmente sarebbe limitato da un semaforo binario di modo che abbia solamente un possibile utente alla volta. A differenza della proprietà, un semaforo non viene acquisito permanentemente per ridivenire libero solo alla vendita dello stesso o all’avvenuta morte del proprietario. Esso prevede solo la mutua esclusione per l’uso, non ne prevede il possesso. Anche se un prodotto è scarso comparato alla sua domanda, chi cerca di acquisirlo può essere bloccato in coda di modo che tutti possano accedervi nella stessa eguale maniera. Un vantaggio di questo metodo è dato dalla sua capacità estremamente accurata di rilevare la domanda in tempo reale. Il denaro, dall’altra parte, non può attualmente tracciarla, perché chi semplicemente non può permettersi quel determinato bene non provvede a mandare segnali che possano influenzare lo stato dell’economia.

Un mercato è “una struttura che permette lo scambio di beni e servizi”. Data la scomparsa della proprietà, rimane poco senso nello “scambio”, quindi un rimpiazzo è ancora una volta reso necessario. Nel caso dell’RBE questa funzione viene soddisfatta da due strutture: la prima è il sistema di acquisizione in blocco (Lock Acquisition System – LAS) il quale gestisce i semafori per le risorse ed espone i dati della loro domanda. L’altra è il centro di accesso (Access Center – AC) consistente in una locazione fisica per usare, prelevare e allocare le risorse. Questi AC possono convenientemente essere facilmente interfacciati automaticamente con i LAS. Si suppone che il mercato distribuisca le risorse in accordo con le preferenze espresse, ma usando le risorse tramite gli AC queste preferenze vengono direttamente e vantaggiosamente trasformate in dati. Per prodotti di consumo usabili una sola volta questi sono espressi in unità discrete di prodotti o in masse di risorse sfuse. Quelli che rimangono anche dopo l’uso vengono misurati in tempo di utilizzo. Questi dati possono essere utilizzati dal kernel per gestire la distribuzione delle risorse su larga scala.

In ultimo, la speculazione viene definita come “una forma di investimento a rischio mirante a fornire [stocastica] protezione contro le carenze.” La speculazione può essere piuttosto distruttiva, essendo una forma di accaparramento, e possibilmente risultante in variazioni di prezzo che rendono la risorsa su cui si specula più difficile da acquisire per alcuni. Essa si basa sui prezzi e sulla proprietà privata, e quindi non sarebbe in grado di esistere al di fuori di un’economia di mercato. Al suo posto, un’RBE userebbe qualcosa come ad esempio una sovrapproduzione e bilanciamento del carico selettiva. Consisterebbe nella sovrapproduzione di alcune risorse di modo da sopperire ad eventuali carenze temporanee. Userebbe algoritmi matematici per determinare la classe e la magnitudine dell’eccesso di produzione e automaticamente spostare questi eccessi nelle regioni carenti. Una sorta di bilanciamento del carico nel traffico dati viene già impiegato per la prevenzione degli effetti legati a possibili disastri naturali.

In conclusione, sembra che lo sviluppo richiesto per adibire i già esistenti sistemi computazionali a funzioni economiche sia minimo. Con lo sviluppo di un piccolo gruppo di progetti pilota questi piani appena esposti potrebbero essere realizzati entro una decade. Molti sistemi già esistono, mentre i rimanenti hanno già una struttura definita o quantomeno possiedono metodi usati e comprovati. Finalmente, al contrario delle soluzioni economiche, tutte queste strutture sono comprovabili, computabili ed eque. Lo sviluppo di un kernel economico costituirebbe uno dei più rivoluzionari progetti che l’uomo abbia mai tentato di realizzare nel corso della storia.

Risorse Utili:

 

Fonte: Zeitnews

Licenza Creative Commons
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Articolo a cura di Denis Gobbi

La MMT (acronimo per “Modern Money Theory”), una teoria economica che può salvare l’Italia dalla lunga spirale della cessione di sovranità e di ricchezza, iniziata imboccando un’oscura strada oltre trent’anni fa e peggiorata drammaticamente con l’introduzione della moneta unica della BCE (Banca Centrale Europea).

Sostenitori e principali intenti

La MMT è una scuola economica che tenta di descrivere in maniera semplice il funzionamento dei sistemi monetari a corso legale, comparsi dopo l’abolizione del sistema aureo ad opera del presidente americano Nixon nel 1971.

Il padre fondatore è Warren Mosler, un economista rinomato a livello internazionale esperto nel funzionamento dei sistemi finanziari e monetari. Ha scritto due opere molto importanti dove ne descrive il funzionamento, condanna diverse politiche a riguardo e mette a nudo le giornaliere menzogne che a suo dire vengono propagandate dai media in merito a tali meccanismi:  “Soft Currency” e “Le sette innocenti frodi capitali della politica economica“.

Oltre a Mosler, fanno parte di questa corrente di pensiero anche altri economisti tra cui alcuni suoi collaboratori o allievi come Randall Wray e Mathew Forstater.

Questi economisti appena citati, nel corso del 2012 hanno redatto un piano per la salvezza economica dell’Italia, dove viene illustrata punto per punto  tutto ciò che un governo sovrano dotato di sovranità monetaria (ciò che l’Italia in questo momento non ha, e che solo una forza politica al momento fa accenni alla sua reintroduzione) deve mettere in pratica per raggiungere il modello di società che la MMT teorizza: una società dove è possibile raggiungere la piena occupazione, il pieno benessere e la piena produzione mantenendo al contempo la stabilità dei prezzi. Questi concetti vengono totalmente negati però dall’oggi predominante (specialmente tra politici e media) pensiero economico classico neoliberista. Un pensiero dimostratosi storicamente fallimentare, sorretto da costrutti errati come la “Curva di Phillips“.

Le fondamenta della teoria
John Friedrick Knapp

John Friedrick Knapp

L’MMT non nasce dal nulla, ma ha alle spalle un retroscena economico che ne ha costituito l’incubatrice con più di 100 anni di esperienza grazie ad alcuni tra i più grandi esperti dell’economia di tutti i tempi come Georg Friedrich Knapp, vissuto nel 19° secolo e padre della scuola economica del Cartalismo. Egli ebbe un’intuizione molto importante, tra le pietre fondanti dell’MMT:

Il costo sostenuto da uno stato sovrano che batte una propria moneta è praticamente nullo

John Maynard Keynes

John Maynard Keynes

Anche l’economista più importante del 20° secolo, John Maynard Keynes da un grande contributo, opponendosi per primo al modello classico neoliberista dichiarando:

Qualsiasi forma di risparmio costituisce una risorsa finanziaria reale sottratta alla domanda aggregata (NDR ovvero all’economia) che crea lavoro e quindi occupazione

Abba P. Lerner

Abba P. Lerner

Altro economista che aggiunge un tassello per la nascita della MMT è Abba Lerner, padre della “Finanza Funzionale“.  Questa introduce un concetto fondamentale qui sintetizzato:

Laddove si verifica una crisi economica, è compito dello Stato spendere a deficit e immettere ricchezza finanziaria al netto all’interno del settore privato (NDR cittadini & aziende) per rilanciare l’economia

Infatti anche se tale pratica aumenta il debito pubblico, tale effetto collaterale in uno stato a moneta sovrana non costituisce un problema. Concetto confermato pubblicamente anche da Charles Goodhart, membro della commissione politica ed economica della Banca d’Inghilterra che afferma esplicitamente: <<Il debito pubblico non è un problema, e non deve mai esserlo in uno stato con sovranità monetaria>>.

N.B. Per comprendere i seguenti passi è necessario conoscere un concetto fondamentale, ovvero la distinzione tra beni reali con valore intrinseco e beni finanziari (come il denaro), entrambi posseduti dallo Stato.

Il cuore della MMT: I Bilanci Settoriali
Wynne Godley

Wynne Godley

Il cuore della teoria è costituito dai “Bilanci Settoriali” di Wynne Godley. I settori in uno Stato sono essenzialmente tre: il settore governativo (G) comprendente gli enti del ministero del tesoro, l’amministrazione statale e la banca centrale competente nel creare il denaro; il settore non governativo (NG) consistente nei cittadini e imprese private; infine il settore estero (E) ovvero tutta l’economia esistente al di fuori dello Stato.

I bilanci settoriali hanno tre regole sempre vere:

  • BILANCIO SETTORE PRIVATO + BILANCIO SETTORE PUBBLICO + BILANCIO SETTORE ESTERO = 0
  • IL DEBITO DI UN SETTORE = LA RICCHEZZA (SURPLUS) DI UN ALTRO SETTORE
  • SOLO DUE SETTORI POSSONO ESSERE IN DEFICIT O IN SURPLUS

Grazie a questi possiamo ora passare in esame le varie politiche di bilancio che uno Stato può decidere di adottare.

Politiche di bilancio statale a confronto
DEFICIT DI BILANCIO
Deficit di bilancio

Deficit di bilancio

In questa rappresentazione grafica, notiamo come l’immissione di denaro nel settore non governativo (NG) da parte del governo (G) sia maggiore di quello che lo stesso governo preleva tramite le imposte. Grazie a questa operazione il settore NG cresce producendo più beni reali, aumentando l’occupazione e il benessere tutto grazie al surplus di bilancio che lo Stato gli ha consentito di ottenere. Ovviamente lo Stato al contrario registra un deficit (il cosiddetto “debito pubblico”) che però non rappresenta un problema essendo un debito che lo Stato deve solamente a se stesso (una sorta di “finto debito”).

PAREGGIO DI BILANCIO
Pareggio di bilancio

Pareggio di bilancio

Messo recentemente in Costituzione, questa politica di bilancio risulta evidente per quanto riguarda gli effetti che produce nel settore NG, rendendolo stagnante e addirittura in contrazione se altri parametri come la bilancia dei pagamenti nell’import/export con l’estero (E) risulta in negativo. Lo Stato preleva tramite le imposte lo stesso importo precedentemente immesso. Questa politica definita “virtuosa” viene continuamente osannata dai media nonché dagli economisti/politici che perseguono la vecchia scuola classica neoliberista, la quale sostiene che lo Stato deve essere come una famiglia, cercando di risparmiare creando nel migliore dei casi un surplus di bilancio. Quest’ultima la esamineremo ora.

SURPLUS DI BILANCIO
Surplus di bilancio

Surplus di bilancio

In quest’ultima politica economica possibile, lo Stato tramite le imposte drena più risorse finanziarie di quelle che immette. Il risultato è presto intuito: una violenta contrazione dell’economia nel settore NG (che ricordo, rappresenta cittadini & imprese), non esiste una politica di bilancio peggiore di questa. Eppure, stando a quanto ci dicono i media e il governo Monti sostenuto dai principali partiti politici PD e PDL, è la più virtuosa possibile, poco importa che abbia effetti catastrofici sull’economia reale. Proprio così: attualmente l’attuale politica economica italiana è incentrata sul raggiungere il surplus di bilancio, costretti a causa di accordi già sottoscritti come il “Fiscal Compact” che impone tra le altre cose al governo di portare il debito pubblico statale dall’attuale 120% al di sotto della soglia del 60%, accordo che secondo non meno di cinque illustri premi Nobel tra cui Paul Krugman porterà alla dissoluzione dello stato sociale.

Non è tutto

La MMT ovviamente è molto più di ciò che è stato esposto in questo articolo, una estrema sintesi che tralascia la storia economica dell’Italia e numerosi dettagli di questa teoria economica, che per fare un esempio prevede che la spesa a deficit dello Stato sia indirizzata specialmente nel settore dei servizi e dei lavori ambientali volti a migliorare la produttività e la naturale capacità rigenerativa delle risorse da parte del territorio, concetto ribadito più volte da Mathew Forstater. Manca oltretutto un analisi del settore estero, ma i motivi per cui la politica del super-export perseguita da molti paesi tra cui la Germania non è la strada consigliabile, e spiegata chiaramente in articoli come questo.

La mia personale opinione

Non considero la MMT una soluzione perfetta e definitiva, ma decisamente un passo in avanti rispetto al sistema monetario che ha avuto una “crisi d’identità” terribile dalle conseguenze disastrose dopo l’abolizione del “Gold Standard”.  La considero un’evoluzione che ci permetterebbe di entrare nell’era del “capitalismo distribuito” e alla completa fioritura della “Terza Rivoluzione Industriale” dandoci la possibilità di avere un futuro e di evolvere ulteriormente in sistemi socio-economici come l’RBE (Resource Based Economy – Economia basata sulle risorse). Finché non verranno messi in pratica e provati, non saremo mai certi sul funzionamento di tali sistemi. Ciò che è certo è l’assoluta inadeguatezza e il fallimento di quello odierni, auspico perciò che un tale cambiamento avvenga al più presto, per il bene di tutti.

Risorse utili:
  • Presentazione Power Point sulla MMT con dati e grafici dell’economia degli stati UE, oltre a diverse slide riguardanti i motivi politici della creazione della moneta unica e la scomoda posizione in cui si trovano gli Stati aderenti senza più sovranità monetaria
  • Sito ufficiale della ME-MMT in italiano
  • Risorse varie: Soci privati banche centrali, Economia

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